Azione all’Ex-Penicillina: esproprio, bonifica e riconversione!

 

SEGNALAZIONE DELL’EX PENICILLINA – ESPROPRIO, BONIFICA, UTILIZZO A SCOPO SOCIO-ABITATIVO!

La mattina del 27 Gennaio il Nodo Territoriale Tiburtina e la Carovana delle Periferie hanno segnalato, come già fatto molte volte in questi anni, l’ex fabbrica di Penicillina LEO PHARMA, abbandonata da decine di anni. Denunciamo con forza le responsabilita’ delle amministrazioni locali e statali di fronte a questo ennesimo scempio del quadrante tiburtino: gli sgomberi dello stabile degli ultimi anni sono solo un modo per lavarsi la coscienza e fare campagna elettorale.

Una volta fiore all’occhiello dell’industria farmaceutica italiana, la fabbrica della LEO (inaugurata nel 1950) fu ceduta nel 1971 alla ISF s.p.a. che vi continuò la produzione fino al definitivo abbandono a metà anni 90. Un abbandono che scongiurò per questo immenso edificio anche il tentativo di speculazione con un progetto di hotel a quattro stelle, mai andato in porto e finito nello stesso oblio in cui versa la struttura tutt’oggi.
In una città strozzata da un mercato degli affitti tra i più alti d’Europa, in una capitale in cui a fronte di 50mila famiglie in totale emergenza abitativa ci sono oltre 200mila alloggi sfitti sacrificati all’altare della speculazione edilizia, in un paese con oltre 7 milioni di case vuote (pari a oltre il 22% del totale nazionale), i cittadini pretendono un investimento di riqualificazione e requisizione di un immobile la cui parabola discendente getta fango sull’intera città.

Chiediamo con forza una sistemazione dignitosa per coloro che li’ dentro vivono in condizioni di estrema difficolta’, l’esproprio e la bonifica dell’area, la sua conversione a scopo socio-abitativo: solo per fare un esempio, in quella metratura si potrebbero fare mille case popolari!

SULLA TIBURTINA DECIDONO GLI ABITANTI!

#liberiamolatiburtina

 

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Apertura simbolica della Tiburtina: basta scuse, pagate gli operai e finite sti lavori!

 

Siamo cittadini di Roma, abitanti della periferia est della Capitale, siamo le persone che ogni mattina attraversano in lungo e in largo Via Tiburtina. Siamo soprattutto quelle e quelli che da 10 anni si chiedono perché i lavori per l’ampliamento e il raddoppio di questa importante consolare siano rimasti non solo incompiuti, ma abbandonati a sé stessi, senza che venisse attuata almeno la rimozione di cantieri fantasma che ormai – non essendo operativi – producono traffico e rappresentano un elemento di insicurezza per la viabilità dell’intero quadrante.

Stamattina, dopo un percorso di partecipazione che si sviluppa da tempo nei nostri quartieri, abbiamo deciso di dare un segnale all’amministrazione municipale e cittadina: abbiamo “liberato” l’incrocio tra Via Tiburtina e Via del Casale di San Basilio da un cantiere ormai inutile, visto che i lavori in quel preciso punto erano stati praticamente ultimati: il c finale, con la stesura dell’ultima passata di asfalto, è stata compiuta da alcuni cittadini del quartiere che hanno messo a disposizione della collettività le loro professionalità lavorative. I benefici che ne seguiranno e che interesseranno la viabilità fino alle adiacenze di Settecamini si dovranno ad un percorso autogestito dai cittadini, sempre più spesso costretti a sostituirsi alle manchevoli amnesie della giunta municipale e cittadina.

In chiusura, vorremo fossero chiare alcune cose alle amministrazioni coinvolte:
questa azione è la prima di una serie messe in cantiere qualora le istituzioni interessate non dovessero intervenire con celerità sul tema della viabilità sulla Tiburtina;
chiediamo la fine dei cantieri fantasma, la messa in sicurezza della strada nei tratti da questi interessati e il pagamento degli operai.

 

BASTA SCUSE, PAGATE GLI OPERAI E FINITE ‘STI LAVORI!

Nodo Territoriale Tiburtina – Carovana delle Periferie

#liberiamolatiburtina

 

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16/9 Mille in piazza a Tiburtino III : Casa, lavoro e diritti sociali sono i veri problemi del quartiere

Nella giornata di oggi 16 settembre mille abitanti di Tiburtino III e di tutta la Tiburtina, genitori della scuola Filzi, abitanti delle case popolari, realta’ sociali del quadrante tiburtino hanno sfilato per le strade di Tiburtino III. I temi al centro della mobilitazione sono i problemi reali di Tiburtino: sgomberi, morosita’ e manutenzione delle case popolari; manutenzione e rilancio della scuola elementare Filzi; riapertura e tutela dei piccoli esercizi commerciali. La giornata di oggi aveva anche l’obiettivo di stemperare il clima di tensione ed odio che si era sviluppato nelle ultime settimane in quartiere. Busseremo presto alle porte del Municipio per fargli svolgere le sue funzioni: assumersi la responsabilita’ sui problemi del territorio e prendere in carico le istanze sociali, quelle vere, che provengono dai quartieri popolari della Tiburtina. Rilanciamo il prossimo appuntamento per martedi 19 settembre alle ore 18 al Circolo Arci di via del Frantoio con un’assemblea per discutere insieme dei problemi di Tiburtino III.

Nodo Territoriale Tiburtina

 

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Casa, servizi, lavoro, reddito :16/9 h.16 in piazza a Tiburtino III

Mercoledì 13 settembre centinaia di abitanti del quartiere, realta’ sociali, cittadini e cittadine solidali da tutta Roma sono scesi in piazza per impedire il consiglio municipale straordinario delle menzogne a Tiburtino III.

Il consiglio, convocato dietro intimidazione dei fascisti di Casapound ed avallato da tutte le forze politiche, e’ stato annullato grazie alla determinazione di coloro che non accettano la strumentalizzazione, le intimidazioni e le incitazioni alla guerra tra poveri delle compagini di estrema destra. Questi signori si sono presentati come corpo estraneo in quartiere, protetti e scortati dalla polizia, mentre al presidio antirazzista e democratico veniva impedito di assistere alla seduta pubblica. Quanto accaduto e’ responsabilita’ di tutte le forze politiche: M5S, che governa questo municipio, PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che nei giorni scorsi, pur avendo la possibilita’ di porre fine a questo scempio dopo l’irruzione in Municipio, hanno invece scelto di usare la forza contro la societa’ civile, gli abitanti, le associazioni, i comitati che a gran voce avevano chiesto l’annullamento di un consiglio basato sulle menzogne rispetto al centro di via del Frantoio e non sulle reali problematiche del quartiere.

Nelle ultime settimane Tiburtino è stato protagonista dei mezzi di stampa nazionali, descritto come un quartiere razzista in cui formazioni politiche di estrema destra, per lo più esterne alla zona, possono venire a fare i loro comodi politici sulla pelle degli abitanti. Sappiamo bene che la gente di Tiburtino non è razzista e non è disposta a diventare terra di conquista per politicanti di professione. La gente di Tiburtino è semplicemente incazzata perchè purtroppo in questo quartiere, ci sono molti problemi e la vita quotidiana non è facile.
Non è facile vivere in case popolari, come il lotto 17, che cascano a pezzi da anni. Non è facile vivere con l’incubo di uno sfratto per morosità o per occupazione, perchè non c’è lavoro e non si riesce a pagare il canone o un affitto normale. Non è facile iscrivere i propri figli ad una scuola come la “Filzi” che ha una sola palestra per tutto il complesso e non è dotata di aule multimediali ed altri servizi che possano dare un’istruzione di qualità. Non è facile veder chiudere molte piccole attività commerciali, una dopo l’altra, che erano il cuore pulsante del quartiere. Non è facile avere tanti ragazzi e ragazze disoccupate che non hanno la possibilità di costruirsi un futuro.
Tiburtino e la sua gente meritano rispetto, i problemi e le voci del quartiere devono essere ascoltate dalle amministrazioni. I consigli municipali e comunali devono essere fatti sulle reali problematiche e non devono essere straordinari, perchè la cura delle periferie come Tiburtino deve essere al centro delle attività ordinarie delle istituzioni.

Invitiamo tutti gli abitanti di Tiburtino, le realtà sociali, i comitati, le associazioni e i singoli della Tiburtina e di tutta la città a partecipare al corteo di Sabato 16 Settembre a partire dalle 16 a Santa Maria del Soccorso per far sentire forte, insieme, la nostra voce.

Nodo Territoriale Tiburtina

 

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13/9 Basta menzogne,tutti e tutte al Consiglio Municipale a TiburtinoIII

Lo scorso 6 settembre è andato in scena, in municipio, l’ennesimo teatrino su Tiburtino III ed il centro d’accoglienza di via del Frantoio. Dopo le vergognose menzogne razziste dei giorni scorsi e la macchina del fango messa in piedi dai media su un episodio rivelatosi molto diverso da quanto annunciato in un primo momento, le solite compagini politiche continuano a strumentalizzare il quartiere agitando la guerra tra poveri e provando a costruire artificialmente un problema con i migranti del centro. Dalla sua apertura, numerosi sono stati i tentativi di strumentalizzazione politica del centro da parte di formazioni di estrema destra più o meno celate dietro associazioni e/o comitati di quartiere. Mai una menzione delle vere criticità di Tiburtino, ovvero la disoccupazione, gli sfratti dalle case popolari ATER, lo stato di abbandono e degrado delle case stesse, la chiusura delle piccole attività commerciali, la piaga della droga, la scarsità di spazi di socialità e cultura. La mancanza di iscrizioni alle scuole di Tiburtino sono anteriori all’apertura del centro, i veri disagi nel quartiere hanno origine decine di anni fa. Nessuno vuole difendere un meccanismo dell’accoglienza che è certamente migliorabile e che costituisce fonte di speculazione per molti soggetti, ma di certo le gravi criticità del quartiere non hanno il colore dei migranti e non hanno come sede via del Frantoio.

Già in passato abbiamo assistito a silenzi e posizioni conniventi con i fascisti da parte delle amministrazioni comunali e municipali. Le dichiarazioni degli ultimi giorni da parte di tutti gli schieramenti politici, dovute più ad opportunismo che a volontà politica, sono assolutamente insufficienti rispetto alla mancata presa di posizione che si registra da anni in merito alle vicende legate a Tiburtino III. In tale contesto è assolutamente inaccettabile che l’agenda politica del municipio venga dettata da formazioni politiche neofasciste che provano ad imporre le loro istanze seminatrici d’odio all’interno di quartieri popolari come Tiburtino, alzando la tensione e sviando l’attenzione dalle vere criticità. Tutte le forze politiche municipali, nessuna esclusa, sono responsabili della vergognosa decisione di indire un consiglio municipale straordinario su pressione dei fascisti. Il vero problema, la vera minaccia alla vita ed alla rinascita del quartiere sono loro, non di certo i migranti del centro.

Lanciamo un appello a agli abitanti e alle realtà sociali di Tiburtino III, della Tiburtina e di tutta la città per garantire una presenza antifascista, democratica e solidale nel quartiere il 13 settembre in occasione del Consiglio Municipale straordinario a Tiburtino III. Appuntamento alla piazza di via della Vanga alle ore 16.

Nodo Territoriale Tiburtina

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Lettera aperta agli abitanti di Tiburtino III, della Tiburtina e di tutta la città

In questi giorni Tiburtino III è stato il protagonista di tutti i mezzi di stampa nazionali per una menzogna e falso è stato lo scenario descritto: una borgata in cui gli abitanti sono vittime indifese degli immigrati, come un quartiere di sceriffi che si fanno giustizia da soli.

Una bufala che è durata meno di 48 ore. Peccato che la smentita, poi, è stata relegata in alcuni spazi mediatici della cronaca locale. Non in tutti. Non sulle prime pagine.

Non una parola, ovviamente, sulle vere criticità di Tiburtino: la disoccupazione, lo stato di abbandono e degrado delle case popolari, il rischio di sgomberi a pioggia dei residenti “senza titolo” negli alloggi ATER, la chiusura delle piccole attività commerciali, la piaga della droga, la scarsità di spazi di socialità e cultura.

Non contenti, un altro gruppo di sceriffi ha impedito pochi giorni fa a un gruppo di migranti di tornare al centro dalla vicina chiesa di Santa Maria del Soccorso. È dovuta intervenire la Polizia.

Qualche decina di persone, molte neanche del quartiere, stanno diventando quelli che rappresentano Tiburtino III: un luogo razzista, xenofobo, violento, il cui unico problema è il centro di via del Frantoio gestito dalla Croce Rossa, aperto a seguito dello sgombero della baraccopoli di Ponte Mammolo nel maggio 2015, che oggi ospita poche decine di persone.

Pur convinti che l’accoglienza dovrebbe essere gestita diversamente e che non dovrebbe essere fonte di speculazione (come invece è stata), pensiamo che le gravi criticità del quartiere non hanno il colore dei migranti e non hanno come sede via del Frantoio.

In molti ci siamo indignati per quanto accaduto; in molti ci siamo vergognati di essere accomunati ai bugiardi e ai loschi individui che hanno fatto parlare di Tiburtino III; in molti abbiamo pensato che sono stati superati i limiti; in molti pensiamo che bisogna dire basta una volta per tutte all’odio xenofobo e alla violenza razzista.

Difendiamo la dignità e l’integrità delle persone, denunciamo il sistema che non funziona e ci battiamo per avere un quartiere migliore, libero dalla malavita e dal malaffare, in grado di garantire casa e lavoro per tutti, spazi liberi in cui esprimere la creatività e la solidarietà.

Il quartiere ha più volte dimostrato di non cadere nell’inganno della guerra tra poveri e che certi discorsi seminatori di odio non sono i benvenuti a Tiburtino: questo dobbiamo affermare di nuovo. È ora di scendere in strada per tracciare una chiara linea di demarcazione: le menzogne, ma sopratutto la violenza razzista non sono tollerabili, né ora e né mai. Non c’è giustificazione, non c’è tensione, non c’è pretestuosa ragione che tenga.

Perciò invitiamo gli abitanti del quartiere, di tutta la Tiburtina e di tutta la città, le associazioni, i comitati, le realtà sociali che si riconoscono in tale appello a una ASSEMBLEA PUBBLICA martedì 12 settembre alle ore 18 al Circolo Arci “Concetto Marchesi” di via del Frantoio 9/c per organizzare una mobilitazione in quartiere.

Nodo Territoriale Tiburtina

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✮ 1974-2017 Fabrizio Ceruso VIVE ✮ Corteo e giornata in piazza

 

✮ 8 Settembre1974 ✮

✮ 8 Settembre 2017 ✮

FABRIZIO CERUSO VIVE, SAN BASILIO E ROMA NON DIMENTICANO!

Venerdì 8/9:

h.9 Un fiore per Fabrizio alla lapide di via Fiuminata

h. 17 Corteo cittadino sulla Tiburtina

Sabato 9/9

Giornata in piazza a San Basilio con sport popolare, musica, cibo e tanto altro

Presto maggiori info sul programma

www.progettosanbasilio.org

progettosanbasilio@inventati.org

Fb: San Basilio, storie de Roma

Durante le giornate saranno disponibili le copie fisiche del docu-film autoprodotto “San Basilio, storie de Roma”

Link al trailer: https://www.youtube.com/watch?v=vikXxZQD94Y

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L’8 Settembre di quest’anno ricorrerà il 43° anniversario della morte di Fabrizio Ceruso, 19enne di Tivoli ucciso nel 1974 a San Basilio durante lo sgombero di alcune palazzine occupate nel quartiere.

Lo sfruttamento dei territori e dei quartieri segue un filo che da allora arriva ad oggi, dove in nome dei profitti di pochi si continuano a sfruttare coloro che combattono quotidianamente per la sopravvivenza. Il quadrante della Tiburtina, in particolare, negli ultimi tempi è stato notevolmente attenzionato sia dalle amministrazioni che dalle compagini di estrema destra. Attacco ai quartieri ed alle case popolari, migranti, chiusura degli spazi di socialità e cultura slegati dal consumo, decine di casinò e sale slot, magazzini della logistica, numerosi stabili industriali abbandonati costituiscono un’ amalgama esplosiva che ha determinato il costante incremento di attenzioni da parte di tutte le forze politiche e delle istituzioni. Problemi che continuano ad essere affrontati unicamente come questioni di ordine pubblico, perpetrando uno stato d’emergenza funzionale unicamente alla speculazione economica e politica. Soffiare sul fuoco della guerra tra poveri è ormai il meccanismo abituale per sviare l’attenzione dai veri responsabili del disagio quotidiano nelle periferie e offrire sponda alle organizzazioni neofasciste nei quartieri popolari. La nuova giunta pentastellata, lungi dal porsi in discontinuità con le amministrazioni precedenti, si sta dimostrando sorda verso le istanze che provengono dal basso, in linea con le politiche securitarie del governo nazionale, e propensa a strizzare l’occhio alle compagini neofasciste, come più volte dimostrato nel quadrante tiburtino come in tutta la città.

Un contesto in cui diventa fondamentale un intervento quotidiano nei quartieri che abbia l’umiltà di saper ascoltare e la capacità di poter agire. In questo senso, senza dubbio il lavoro di memoria storica che abbiamo sviluppato nel corso di questi anni, culminato con la produzione del documentario sulla storia di San Basilio e la battaglia del 1974, ci ha fornito delle utili chiavi di lettura del presente e delle sue contraddizioni. Riattualizzare dunque la memoria di Ceruso, ed in generale di tutti i compagni e le compagne scomparsi, non come liturgia, bensì come interpretazione del presente e megafono delle istanze sociali del territorio.

Come 43 anni fa, ancora oggi molte persone decidono di alzare la testa e di riprendersi ciò che viene sottratto in nome della rendita, della speculazione e dei profitti. Il territorio tiburtino, negli ultimi anni, di fronte a una costante crescita di attacchi da parte di amministrazioni e neofascisti, ha più volte dimostrato la volontà di non abbassare la testa. Quest’anno vorremmo continuare nella stessa direzione tracciata nella scorsa mobilitazione, continuando ad allargare la partecipazione e a fissare le date di settembre come un appuntamento in cui coinvolgere tutta la città. Le giornate in memoria di Fabrizio saranno la prima occasione in cui scendere in piazza dopo un’estate che si preannuncia rovente. La sfida della due giorni sarà costituire un primo momento in cui uscire dall’angolo dove i gruppi di potere della città stanno tentando di mettere coloro che lottano per un mondo diverso.

Un’importante opportunità per dare un segnale forte e unitario tenendo insieme le criticità della Tiburtina e di tutta la città, dalla sanatoria regionale per le case popolari alla delibera regionale per l’emergenza abitativa, dagli sgomberi forzati dei migranti ai tentativi di infiltrazione delle organizzazioni neofasciste, dalla riconversione degli edifici abbandonati alla lotta alla cementificazione, dall’attacco agli spazi sociali alle lotte nel mondo del lavoro.

San Basilio, storie de Roma

Nodo Territoriale Tiburtina

 

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30/6 Più di 500 persone in piazza a Tiburtino III

Oggi 30 Giugno più di 500 di persone sono scese in piazza ed hanno sfilato a Tiburtino III per un quartiere unito e solidale contro i veri responsabili dei veri problemi del quartiere.

Chi abita o attraversa Tiburtino III sa bene quali siano i veri problemi, sa che non nascono con l’arrivo del centro di via del Frantoio o con i due centri SPRAR, questi ultimi presenti nel territorio già da molto tempo, ma che sono precedenti e strutturali. La disoccupazione o, se va bene, il lavoro precario e sottopagato continuano a crescere ed aggravare la situazione anche al Tiburtino. Il decreto Lupi e la volontà di ridurre il numero di alloggi popolari pubblici stanno determinando un vortice di migliaia di lettere di morosità e di sfratto. A Tiburtino lo stato di degrado e di abbandono delle aree e degli immobili dell’ATER ha raggiunto i livelli di guardia, con sporcizia e locali ormai adibiti a discariche, infiltrazioni d’acqua, il cantiere fermo da anni del lotto 12 e quello mai partito per il lotto 17. Molte piccole attività commerciali di quartiere hanno chiuso nel corso degli anni, provocando la desertificazione anche dal punto di vista delle relazioni umane, non certo per l’arrivo dei migranti, bensì molto più realisticamente per l’apertura incontrollata di mega-centri commerciali nella zona e la revoca di numerose concessioni.

Le organizzazioni neofasciste vogliono far credere che il problema dei problemi della borgata sia il centro per i transitanti, seminando odio, idiozie e menzogne, provando a rivendicare a scopo elettorale le strutturali problematiche del sistema d’accoglienza, nel cui business sono peraltro coinvolti anche esponenti di quelle stesse forze che provano ad attuare quest’operazione politico-mediatica. È un meccanismo tipico di questi soggetti, che cercano di sviare le responsabilità delle pessime condizioni di vita delle periferie, condivise dalle persone del luogo e dai migranti, in modo da dividere e non individuare le reali responsabilità. Le nuove amministrazioni comunali e municipali, lungi dal rappresentare un punto di rottura col passato, stanno continuando ad affrontare il problema dell’accoglienza esclusivamente dal punto di vista dell’ordine pubblico, in piena sintonia con il governo nazionale, come dimostrano i numerosi sgomberi avvenuti nel quadrante tiburtino negli ultimi tempi, non ultimo quello di via Vannina, con centinaia di persone riversate in strada senza un’alternativa concreta. La partecipazione di formazioni di estrema destra ai tavoli delle istituzioni preposte all’individuazione delle soluzioni per questo tipo di problemi dà la misura della totale mancanza di volontà politica nell’attuare proposte idonee e sostenibili. La chiusura dei centri SPRAR da parte dell’Assessorato alle Politiche Sociali non rappresenta certo una millantata vittoria dei neofascisti, quanto piuttosto un escamotage dell’amministrazione a fini puramente elettorali che non cambia nulla nelle problematiche degli abitanti di Tiburtino III.

La massiccia e determinata presenza oggi nella piazza antirazzista dimostra come il Tiburtino, ed in generale tutti i quartieri che affacciano sulla consolare, voglia respingere la retorica delle formazioni neofasciste, sempre in prima linea nello strumentalizzare a fini politico-economici il disagio e la giusta rabbia che attraversa i quartieri popolari.

IL VERO DEGRADO E’ CHI SPECULA SUI QUARTIERI E SUI MIGRANTI!

I QUARTIERI SONO DI CHI LI VIVE!

 

Nodo Territoriale Tiburtina

 

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Venerdì 30 Giugno Giornata in piazza a Tiburtino III

Chi conosce Tiburtino III sa quali sono i suoi veri problemi, sa che non nascono con l’arrivo dei profughi ma sono precedenti e strutturali.

La disoccupazione o, se va bene, il lavoro precario e sottopagato hanno sempre colpito le borgate e le periferie della città e questa crisi, insieme ai nefasti provvedimenti dei vari governi, non hanno fatto altro che aggravare la situazione.

I continui tagli alla sanità pubblica che portano a lunghe liste di attesa per gli esami e all’aumento del loro costo, tanto che 1/5 della popolazione rinuncia a curarsi.

La mancanza di case popolari per la gente che non può pagare un affitto privato e gli sgomberi per chi è stato costretto a occupare.

Lo stato di degrado e di abbandono delle aree e degli immobili dell’ATER, con sporcizia e locali ormai adibiti a discariche; infiltrazioni d’acqua che costringono molte persone, anche malate, a vivere con la muffa sui soffitti e sui mobili; il cantiere fermo da anni del lotto 12 e quello che non parte mai per il lotto 17.

E ancora. Se molte piccole attività commerciali di quartiere hanno chiuso nel corso degli anni, provocando la desertificazione anche dal punto di vista delle relazioni umane, è dipeso “dall’arrivo dei migranti o molto più realisticamente dall’apertura incontrollata di mega-centri commerciali tutto intorno?

Il problema della droga, che sta tornando alla diffusione e gravità dei primi anni ’80, non è arrivato sui barconi e lo spaccio a Tiburtino non ha il colore dei profughi né ha come sede via del Frantoio.

Qualcuno, invece, vuole farci credere che il problema dei problemi della borgata sia il centro per i transitanti, seminando odio, idiozie e menzogne, provando a rivendicare a scopo elettorale la solita storia della proroga del centro d’accoglienza che scade. È un meccanismo tipico di questi soggetti, che cercano di sviare le responsabilità delle pessime condizioni di vita in cui viviamo in modo da dividerci e non indirizzare la nostra lotta contro i veri responsabili.

VENERDì 30 GIUGNO

alla piazza di via della Vanga

dalle 16

Iniziative, festa e musica in piazza

 

Per un quartiere unito e solidale contro i veri responsabili dei veri problemi: disoccupazione, sfratti, manutenzione case popolari, carenza di servizi

 

RETE POPOLARE TIBURTINA

 

 

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Il re è (quasi) nudo: sui fatti di venerdì a San Basilio e non solo

La giornata di Venerdì ha segnato, una volta di più, lo spartiacque tra, da una parte, amministrazioni di ogni livello, forze dell’ordine, palazzinari, speculatori edilizi, e, dall’altra, movimenti, sindacalismo di base, comitati, quartieri popolari, persone che ogni giorno si battono per cambiare lo stato di cose presenti. In quella giornata si sono definiti, una volta di più, gli schieramenti di una battaglia iniziata ormai da diverso tempo e che trova il suo campo di scontro prediletto nelle lotte per l’abitare, per il territorio, per i migranti, per un’esistenza degna.

Quella mattina era previsto un nuovo sgombero a San Basilio, stavolta ai danni della signora Eleana, gravemente malata di tumore, che occupa da 5 anni una casa popolare. Dagli uffici dell’amministrazione pentastellata e dal Patrimonio si continua a parlare di ripristino della legalità a qualunque costo, anche quello di sbattere in mezzo alla strada chi non può sostenere un affitto a prezzo di mercato. Anche in questo caso, come abbiamo denunciato poco tempo fa in occasione dell’episodio della famiglia marocchina cacciata dal quartiere, si procede con l’infame meccanismo, a fronte di centinaia di case vuote, di sgomberare le case occupate per far spazio agli assegnatari legittimi. Unico obiettivo dividere il fronte degli sfruttati, fomentare la guerra tra poveri e indirizzare verso il basso, e non verso l’alto, la giusta rabbia di coloro che vivono una quotidianità fatta di mancanza di servizi, di casa, di lavoro e di spazi sociali.

In centinaia, dal quartiere e non solo, hanno risposto con forza che Eleana non deve essere sfrattata e che al giochetto della guerra tra poveri non ci si casca più: il re è nudo, la colpa è di chi specula, governa e amministra le periferie e i territori credendo di poterne estrarre il maggior valore possibile, elettorale o economico che sia. Lo sgombero viene impedito e il picchetto si trasforma in un corteo per le strade del quartiere.

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Nel frattempo, da Colle Monfortani arrivano notizie di uno sgombero violento dell’occupazione abitativa nei locali di proprietà dei Padri Monfortani che, dopo numerose segnalazioni alla Questura e alla Prefettura, sono riusciti ad ottenere il loro scopo decisamente poco missionario e caritatevole. Il corteo di San Basilio solidarizza con chi sta resistendo a via Prenestina 1391, blocca via Tiburtina e grida con forza che gli sfratti e gli sgomberi devono finire ad ogni costo.

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Le forze dell’ordine, impiegate con ingente schieramento, mal sopportano questa solidarietà concreta e iniziano un carosello di cariche con tanto di idrante lungo via Tiburtina e via del Casale di San Basilio. Viene fermato un giovane, poi rilasciato nelle ore successive. A Monfortani verranno invece arrestate 15 persone, processate per direttissima il giorno successivo ed anch’essi rilasciati a piede libero, nonostante le pesanti accuse. A tutti loro và la nostra completa complicità e solidarietà. Già dai minuti successivi in quartiere non si parla d’altro. Da queste parti si ha ben presente quali siano gli schieramenti in campo, chi sia dalla parte del torto e chi della ragione, chi si fà vedere solo quando si deve reprimere e chi invece prova a dare una risposta dal basso alle esigenze degli abitanti e ai numerosi problemi delle periferie romane. La signora Eleana non deve essere sgomberata, così come nessun’altro a San Basilio.

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Sono passati più di cinquant’anni dalle prime lotte per la casa in quartiere, la situazione non è cambiata, perciò si resisteva prima e si resiste ora. Non senza ostacoli e contraddizioni, come negli episodi in cui si sono ritenuti colpevoli i competitori nei bisogni primari, ad esempio i legittimi assegnatari di casa popolare, siano essi italiani o migranti. Reazioni che sono avvenute e che, probabilmente, si ripeteranno, non solo a San Basilio. Ma in tutti i processi conflittuali, specialmente in contesti così complessi, è impensabile una totale linearità. E, alla lunga, dovrà emergere chiara la traiettoria nelle responsabilità di questa situazione, che conduce direttamente ai palazzi del potere e a chi, manu militari, difende le loro gabbie dorate nelle strade. Venerdì costoro hanno dovuto fare i conti con centinaia di persone che non ci stanno a vedersi sottratto ciò che gli spetta e sanno bene a chi attribuire le colpe. L’attacco ai quartieri popolari e a quei piccoli pezzi di città in cui realizza un’altra realtà da quella del capitalismo imperante è frontale e senza compromessi: lo dicono chiaro il Piano Casa di Lupi, la Delibera 140 dell’ex sindaco Marino, l’ordinanza di sgomberi dell’ex commissario Tronca, l’ignavia della sindaca Raggi, il discorso sulle periferie del capo della polizia Gabrielli. Saranno solo la determinazione e il coraggio di chi vive quotidianamente quei territori a poter fermare questo processo, che altrimenti avanzerà inarrestabile tra false promesse e “ordine” pubblico.

STOP SFRATTI E SGOMBERI, DIFENDIAMO LE CASE POPOLARI, LE OCCUPAZIONI E GLI SPAZI SOCIALI!

Nodo Territoriale Tiburtina

Progetto “San Basilio, storie de Roma”

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